Magistratura democratica
Spilli

Una inquietante metamorfosi: il d.d.l. Sicurezza diventa decreto legge

Gli spilli possono servire a molte cose.
A fissare una foto o un foglietto di appunti su di una bacheca.
A tenere provvisoriamente insieme due lembi di stoffa in attesa di un più duraturo rammendo.
A infliggere una piccola puntura, solo leggermente dolorosa, a qualcuno che forse l’ha meritata.
Lo spillo di oggi parla di: 

Una inquietante metamorfosi: il d.d.l. Sicurezza diventa decreto legge

 

Nel pomeriggio di giovedì 3 aprile la notizia, istituzionalmente clamorosa e non smentita, arriva alle redazioni dei giornali. 

«Un nuovo decreto legge... svuota il d.d.l. Sicurezza in esame al Senato, assorbendone i contenuti» (La Repubblica). 

«L’iter del d.d.l. Sicurezza va per le lunghe? Il governo lo trasforma in decreto» (Il Fatto quotidiano). 

Nel volgere di un giorno, l’ingombrante, il discusso, il contestato disegno di legge Sicurezza sparisce dall’orizzonte. 

Al suo posto - dopo il decreto Rave, il decreto Cutro, il decreto Caivano – si materializza l’ennesimo decreto legge contenente nuove norme incriminatrici, nuove aggravanti, nuove sanzioni e nuovi aumenti di pena. 

Il ricorso “drogato” ai decreti legge - utilizzati anche quando non ricorrono i requisiti di necessità e di urgenza voluti dalla Costituzione - è sempre un fatto negativo. E non è un bene che vi sia ormai assuefazione e rassegnazione per un metodo di legiferare adottato da tutti i governi, quale che ne sia il colore e la composizione. 

Ma in materia penale l’abuso della decretazione d’urgenza è particolarmente grave. Ed abituarsi è impossibile. 

La scelta di stigmatizzare e sanzionare penalmente determinate condotte dovrebbe essere una decisione estrema, attentamente meditata e ampiamente discussa in parlamento. 

Ma questa indispensabile ponderazione è quasi sempre impedita dal ricorso ai decreti legge, normalmente convertiti in tempi ridotti e a scatola chiusa, senza spazio per modifiche e miglioramenti in sede parlamentare. 

All’origine della trasformazione del disegno di legge Sicurezza in un decreto legge non c’è alcuna necessità ed urgenza, giacché nulla distingue la situazione odierna da quella esistente al momento della presentazione del d.d.l.. 

L’unica vera “urgenza” è quella di impedire una discussione approfondita in parlamento e l’unica vera “necessità” sta nel porre rapidamente fine al pericoloso dibattito che si stava sviluppando, tra i giuristi e nella più ampia opinione pubblica, sugli errori, sulle sgrammaticature, sulle incongruenze, sulle contraddizioni, sulle magagne del testo presentato dal governo. 

Ricordiamolo ancora una volta: non ci può essere sicurezza senza il pieno rispetto delle regole democratiche e dei diritti dei cittadini sanciti dalla Costituzione. 

Perciò, chi non si rassegna e protesta contro gli strappi alla democrazia ed allo Stato di diritto sta dalla parte del diritto e della ragione. 

               QG

04/04/2025
Se ti piace questo articolo e trovi interessante la nostra rivista, iscriviti alla newsletter per ricevere gli aggiornamenti sulle nuove pubblicazioni.